Attraversando quella che è da sempre una delle mete turistiche più belle e apprezzate del Nord Italia, - il Lago di Garda, e in particolare la sua parte meridionale - oggi si stenterebbe a credere che in passato tutta quest’area era coperta dall’antica “Selva Lucana”, un foltissimo bosco acquitrinoso, che solo con la grande svolta agraria voluta dalla Serenissima Repubblica di Venezia a partire dal Quattrocento, cominciò a venire seriamente bonificato per ricavare terreni da destinare alla coltivazione di cereali. Ma la presenza della vite in quest’area risale a tempi ancora più remoti, almeno all’Età del Bronzo, ed è documentata dai famosi vinaccioli di Vitis Silvestris ritrovati presso le palafitte di Peschiera del Garda.
Le uve ammesse dal Disciplinare per la produzione di vini
Lugana DOC sono minimo 90% di
Turbiana. La Turbiana potrebbe ancora assumere sinonimi quali Trebbiano di Lugana, Trebbiano di Soave. Oltre a un massimo del 10% di altre uve a
bacca bianca non aromatiche, già presenti nell'ambito aziendale, in vigneti all'interno del territorio del Lugana, registrate nel fascicolo aziendale.
La zona geografica della
DOC Lugana ricade al confine tra le regioni
Lombardia e Veneto con rispettivamente le province di
Brescia e
Verona e si affaccia sul
Lago di Garda, il più esteso del territorio italiano. Ci sono poi le tradizioni leggendarie riferite al celebre poeta Catullo e al re ostrogoto Teodato, cui si sono aggiunte nel tempo un numero considerevole di citazioni storico-letterarie, come quella relativa alle «bellissime uve» che Isabella d’Este Gonzaga assaggiò presso i ruderi della villa romana di Sirmione durante il suo viaggio verso il Garda.