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L'azienda nasce nel 1890 dal primo Rinaldi che da contadino vero e proprio lavorava nelle vigne del Marchese Falletti di Barolo. Nel tempo diventa proprietario di una piccola parcella e inizia a commercare l'uva. Ecco quindi che inizia a innamorarsi dell'attività di viticoltore e la trasmette come un'eredità ai suoi figli. Di generazione in generazione l'azienda rimane sempre nelle mani della famiglia Rinaldi e ora a occuparsene sono Giuseppe e sua figlia Marta.
Le vigne della famiglia sono situate nei cru più riconosciuti di Barolo: Brunate, Cannubi-San Lorenzo e Ravera. L'azienda ha sempre avuto un rapporto biunivoco con la natura e con il suo territorio, occupandosene e prendendosene cura come fosse una creatura preziosa, tutti elementi che vengono poi esaltati nel vino.
"Come tutte le cose buone, il Barolo è un complesso di tanti messaggi, che arrivano al naso, al palato, alla testa. Dev'essere complesso, un insieme di profumi e gusti. Tutte le volte dovremmo trovarci di fronte a qualcosa di nuovo, delle sfumature che ci sorprendono" (Giuseppe Rinaldi)
Il rispetto generale per la tradizione e il fascino per la storia sembrano guidare i pensieri di Giuseppe Rinaldi e, a sua volta, dei suoi vini. La storia personale di Giuseppe risale a cinque generazioni addietro, alla fine del 19esimo secolo, quando la sua famiglia e tanti altri cedettero i loro vigneti alla famiglia Falletti. La prima cantina Rinaldi (che è ancora attiva oggi alla guida di Luciano Rinaldi) fu acquistata nel 1870 dalla famiglia Falletti, ma nel 1920 Giuseppe Rinaldi, nonno dell’attuale proprietario, fondò la sua tenuta sui migliori vigneti di Barolo: Cannubi, Brunate, Le Coste e Ravera. In seguito, il figlio di Giuseppe ereditò la cantina e sviluppò le tecniche di produzione per aumentare la qualità; quando morì nel 1992, suo figlio, anche lui di nome Giuseppe, lasciò la sua carriera come veterinario per portare avanti il lavoro di famiglia.
Giuseppe Rinaldi, detto il “citrico” ha rappresentato per anni la tradizione e l’artigianalità di Langa nella sua massima espressione. Nomignolo attribuito per via del carattere “aspro” del personaggio e di quella nota di “freschezza agrumata” che caratterizzava tutti i suoi vini, soprattutto Barolo e Nebbiolo.
La cantina Giuseppe Rinaldi, produce diversi tipi di vino, tutti vitigni della Piemonte, basati su Nebbiolo, Barbera e Dolcetto
Cantina Azienda Agricola Giuseppe Rinaldi Via Monforte, 3 - 12060 Barolo CN - Sito web: www.rinaldigiuseppe.com
Freisa Langhe Giuseppe Rinaldi 2023 si presenta con un colore rosso rubino intenso, impreziosito da riflessi granati che ne esaltano la profondità e la maturità. Al naso, fragranze avvolgenti di rosa, lampone e fragolina di bosco, che evocano i profumi primaverili delle colline piemontesi. Al palato un'elegante struttura, con una trama tannica ben...
Barolo Brunate Giuseppe Rinaldi un perfetto e tipico colore granato. L'olfatto molto espressivo, dal bouquet di ottima qualità giocato sul floreale-agrumato che mette, in questa fase giovanile, in secondo piano aromi di frutta rossa e alloro. Bocca dall'acidità spinta; sorso aristocratico ed elegante, classico come solo i grandi Barolo di Rinaldi sanno...
Barbera d'Alba Giuseppe Rinaldi è giovane e fresca con una spalla acida che sosterrà il vino nella fase di affinamento o invecchiamento. Al naso è molto gradevole e avvolgente con note di frutta rossa matura e un fine sottobosco, molto coerente al palato dove si ritrovano i sentori olfattivi. Rinaldi come sempre mette la sua firma su ogni sua bottiglia.
Nebbiolo d'Alba Giuseppe Rinaldi è un piccolo Barolo. Affina per 18 mesi in botte grande e da invidiare al fratello maggiore è solo il lungo riposo. Uve provenenti dai medesimi vigneti e vinificazione spontanea. Classe da vendere e un grande potenziale di invecchiamento lo rendono uno dei prodotti Rinaldi più ricercati. Vino con una struttura tannica...
Barolo Tre Tine Giuseppe Rinaldi è un Barolo che fonde austerità ad una carnosità sensuale. Poche migliaia di bottiglie ogni anno per una realtà familiare che ha saputo conquistare il cuore degli appassionati con liquidi vibranti e sfaccettati, anche in virtù di un approccio assolutamente non interventista che regala al vino spontaneità e profondità.