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La Maremma è l'ultimo lembo "selvaggio" d'Italia, la zona rimasta più a lungo isolata dall'azione dell'uomo. Per secoli paludosa, rifugio naturale per molte specie animali, si è sempre sottratta all'agricoltura. Ancora oggi si presenta schiva e talvolta aspra, modellata da una natura prorompente. Le grandi riforme del Novecento, sebbene abbiano reso disponibili migliaia di ettari, non sono riuscite infatti a stravolgere l'ambiente naturale. Cinghiali, daini e caprioli popolano ancora le sue folte e spesso impenetrabili macchie; il cavallo è ancora l'insostituibile mezzo di trasporto per addentrarsi all'interno dei suoi boschi e lungo le dune che caratterizzano le sue coste.
Un ambiente dove si alternano piane assolate, morbidi colli e prati e poi boschi particolarmente rigogliosi, dove trionfano in un inseguirsi di colori e profumi la ginestra, il corbezzolo, il ginepro, il mirto, l'erica, il rovo, e ancora cipressi, sughere e pini. Questa terra ancora "selvaggia" è però un incredibile giacimento di cultura e tradizioni che sta lentamente, ma costantemente, valorizzando il proprio patrimonio. E' la "nuova frontiera" dell'enogastronomia italiana, probabilmente quella rimasta più autentica e genuina.
I terreni sono di medio impasto, ricchi e profondi, con prevalente frazione argillosa, e in una piccola parte, coltivata a Syrah, con maggior scheletro e frazione sabbiosa. Oltre al Syrah, sono presenti Sangiovese, Merlot e Vermentino. Il sistema di allevamento è a cordone speronato con alta densità d'impianto: oltre cinquemila piante/ettaro. Un'attenta gestione agronomica - Sassoregale è in conversione biologica - garantisce la raccolta di frutti dalla perfetta maturità tecnologica, fenolica e aromatica, donando una materia prima ideale per la produzione di un vino ricco ed elegante al tempo stesso.
La cantina Sassoregale, produce diversi tipi di vino, tutti vitigni della Toscana, basati su Sangiovese, Syrah, Merlot e Vermentino
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